Chef Da Mare Mosso – Francia Emiliano

La IYCA vi augura buona stagione
19 aprile 2017

Mi presento: sono Francia Emiliano classe 1986.
Giro per le cucine di yacht, ristoranti e hotel dal 2004, infatti ho incominciato prestissimo, preso dalla vocazione data dal mio caro zio Francia Alfredo: titolare e chef di importanti ristoranti della mia zona, quando ero bimbo.
Iniziai a fare esperienze in ristoranti del mio litorale “golfo dei poeti” cercando di acquisire esperienza per realizzare il mio sogno.
Sino da bambino, accompagnato dal mio caro Nonno, mi appassionai di pesca e l’ amore per il mare anno per anno è cresciuto sempre più.

Una sera guardando dalla terrazza del ristorante dove lavoravo a Portovenere, stanco della monotonia del ristorante, capii la mia strada e decisi di provare a fare il cuoco a bordo: fu subito amore.
Come preannunciato dai miei colleghi capii che non è un ambiente facile: convivere in ambienti ristretti con equipaggi multietnici, accontentare e organizzare una cucina moto piccola con spesso richieste alla pari dei grandi ristoranti, fare la “provisioning” nei posti più disparati o isolati del mondo e sapersi arrangiare per creare sempre un buon menù per crew (equipaggio) e guest o v.i.p. (ospiti) sempre molto esigenti e infine riuscire a vincere il “mal di mare” che insieme ad odori, movimenti repentini dell’ imbarcazione è stata ed è attualmente molto dura.
Attualmente mi trovo su un “Sailing Yacht” ossia un Veliero moderno, ma come potete ben immaginare le barche a vela non godono della stabilità dei “Motor Yacht”.
Non ho fatto un itinerario facile, navigare l’oceano Atlantico a vela non è una passeggiata. Abbiamo trovato anche mare forza 6 la barca completamente a 45°, venti con raffiche che superavano anche i 45 nodi (90kmh).

Abituarsi a un tale movimento non è facile, odori, scossoni, il fisico non subito si adatta a tali condizioni, ma a causa di ciò il fabbisogno calorico giornaliero è molto elevato in quanto il marittimo si muove in continuazione per compensare il rollio o beccheggio dell’ imbarcazione.
Cucinare in queste condizioni è molto complicato e pericoloso si necessita di grande esperienza e di preventiva organizzazione che solo con la pratica negli anni si acquisisce.
Ma anche questa attraversata è andata, il crew è stato accontentato senza essere mai privato di nessun genere alimentare dando come sempre priorità ad un cibo genuino, privo di grassi e prevalentemente solido per evitare malesseri.
Sono soddisfatto della esperienza e anche se è stata dura la rifarei, la sfida con se stessi non è mai conclusa, amo il mio lavoro e sono fiero di farlo, infatti sono a quota 3 crossing atlantici.

Ringrazio l’ associazione IYCA – ITALIAN YACHT CHEF ASSOCIATION che mi ha dato la possibilità condividere con voi questa mia esperienza e che ci da modo di sostenersi e crescere tra noi “cuochi di bordo”.